Gruppo Pietro Micca

Nota della giornata. In occasione della fiera primaverile di San Giusto (01 Maggio 2006), l'Amministrazione insieme al Comitato Fiera ha avuto il piacere di poter ospitare il Gruppo Pietro Micca di Torino. Il Gruppo Pietro Micca nato per rievocare con armi e costumi fedelmente ricostruiti, le vicende dell'epoca Sabauda nella città di Torino.
Il nome del gruppo richiama il sacrificio del minatore Pietro Micca durante l'assedio di Torino del 1706.
Proprio quest'anno ricorre il trecentesimo anniversario dell'Assedio di Torino che iniziò il 13 maggio e terminò il 7 settembre, data in cui ci sarà il culmine delle manifestazioni presso la cascina Continassa di Torino (alle spalle dello stadio delle alpi).
Il Gruppo Storico ha partecipato all'importante evento delle Olimpiadi con una esibizione durante la cerimonia di chiusura e San Giusto è stata la prima uscita del gruppo intero dopo l'Olimpiade di Torino 2006.

Di seguito alcune curiosità e la storia degli avvenimenti dell'Assedio di Torino scritti dallo storico Fabrizio Dassano.:
Curiosità: L'eclissi del 12 maggio 1706 e la comparsa della costellazione del Toro vista come Torino che offusca la potenza del re Sole. Interessante l'episodio astronomico narrato da Piergiuseppe Menietti nel libro «Torino 1706. Cronache e memorie della città assediata», scritto in collaborazione con Guido Amoretti e pubblicato dall'editore Marra:
«I francesi giungono a poche miglia dalla città di Torino, che intendono assediare, il 12 maggio. Il primo contingente di quindicimila uomini, partito da Chivasso, si trova tra Nole e Mathi per attraversare la Stura di Lanzo e raggiungere Venaria Reale, quando il cielo diventa scuro per un'eclisse totale di sole.
Scrive un cronista anonimo:
"Io non sò in qual pensiero saranno caduti i Francesi, vedendosi in quella oscurità impensata, e dentro a' più fitti boschi, che vi siano in quelle parti, come sono di Robassomero, la Caccia (la Cassa), e Druento, in quella sera si portarono con la destra a Druento, e con la sinistra verso la Stura, et il corpo dell'armata s'accampò sopra il gran paese luogo della caccia di sua altezza reale, il Duca Vittorio Amedeo II in faccia della Veneria..."
Piero Bianucci ha confermato in un suo recente articolo, che secondo le più recenti ricerche, la data dell'eclisse alla quale assistettero torinesi e francesi è corretta La perfetta sovrapposizione della luna sul sole avvenne intorno alle ore 10 e 15 e la costellazione del Toro fu visibile appena sopra Mercurio. Narra Solaro della Margarita, comandante delle artiglierie sabaude:
"Questo giorno fu rilevante per una eclisse straordinaria che si produsse fra le ore nove e le dieci del mattino: poiché tutto il disco solare essendo rimasto nascosto ai nostri occhi per più di un'ora, mai si videro tenebre così spesse sulla terra. Quelli che giudicano gli avvenimenti del Mondo tramite l'osservazione degli astri, ne trassero un malvagio auspicio per la Francia..."

La simbologia è chiara: la città avrebbe avuto il sopravvento su Luigi XIV, il sovrano che aveva per simbolo il sole, scomparso in quel momento dal cielo. Il sacerdote di Favria continua notando con un certo spirito di parte che, per i francesi "era questo un tacito presentimento, anzi una disposizione remota del loro futuro disastro. Per lo contrario vedevasi nel volto de' Cittadini una serenità un'intrepidezza, un coraggio, come se non avessero, o non s'accorgessero d'aver il Nemico sotto le mura..."

Approfondimento L'assedio e la battaglia di Torino
Nel 1706, la Guerra per la Successione al trono di Spagna si trascina ormai da 5 anni e l'Europa Occidentale è percorsa da eserciti che la insanguano con cruente battaglie e lunghi assedi.
Da tempo il Re Sole tenta di liberare il fianco sud del suo schieramento togliendo di mezzo il Duca di Savoia Vittorio Amedeo II e, negli anni precedenti, ha via via espugnato città e fortezze del Ducato.
Ormai solo più la Capitale, Torino, gli sbarra la strada. E così, nella primavera di quell'anno, un potente esercito varca le Alpi e, ai primi di maggio, pone la Città sotto assedio.
Ben presto l'ostinata resistenza degli assediati (truppe sabaude e imperiali e cittadini torinesi) delude le rosee speranze dell'esercito gallo-ispano. Tutti i tentativi di penetrare nella Città e nella sua munita Cittadella sono sanguinosamente respinti, mentre il Duca, sfuggendo all'assedio, tormenta le retrovie ed ostacola le comunicazioni.
Intanto, in Trentino si forma un'armata imperiale di soccorso che, sotto il comando del Principe Eugenio di Savoia-Soissons, a tappe forzate attraversa la pianura Padana, eludendo i tentativi francesi di bloccarlo.
Ai primi di settembre l'esercito di Eugenio si ricongiunge con le esigue forze di Vittorio Amedeo e, il 7, investe gli assedianti alle porte di Torino mettendoli in rotta.
Gli orgogliosi disegni di Luigi XIV vengono così frustrati: la Francia non oserà più tentare operazioni belliche a sud delle Alpi per tutti gli anni che mancano alla fine del conflitto.
La pace di Utrecht porta al Duca i frutti dell'impegno suo e di tutto il suo popolo, che ha affrontato a piè fermo pericoli e disagi. Nasce un regno, esteso su nuovi territori, che il nuovo Re consolida con una serie di iniziative di avanguardia.